Sono la mamma di un ragazzo disabile e abitiamo a Roma; nonostante io abbia tentato di ottenere informazioni su metodiche meno traumatiche e “drammatiche” per cure odontoiatriche a ragazzi disabili a Roma, pare che qui l’unica strada percorribile sia quella del ricovero del paziente disabile per effettuare queste cure in anestesia generale (quella con intubazione e curari, succinilcolina ecc…insomma quella dei grandi interventi!).
Mio figlio ne ha fatte già tre, anche per una semplice pulizia, ma io continuo a chiedermi se sia veramente obbligatoria, una specie di imprescindibile “sine qua non ” il ricorso a questa pratica che veramente trasforma in quei giorni , in quelli precedenti e in quelli seguenti tutta la nostra quotidianità. Così, tra l’altro, l’approccio al paziente già provato, oltre che pesante e veramente impegnativo, diventa anche molto indifferenziato: ricovero e anestesia generale senza altre possibilità! A nome mio, di mio figlio, di altri genitori che cominciano a chiedersi seriamente se tale sbarramento intransitabile sia lecito, le chiediamo gentilmente se a Roma esistono odontoiatri afferenti all’ Associazione che potremmo consultare e a cui chiedere orientamento e si spera…cure. La ringraziamo infinitamente e grazie!
- la “semplice” ma molto efficace sedazione cosciente con protossido e ossigeno (quella che pratico io da tanti anni, di cui avrà letto certamente sul mio sito e in dentisti-italia) che però nei casi come quello del suo ragazzo non è detto che sempre risolva. Infatti c’è da vedere ad esempio se il paziente riesce davvero a respirare sempre solo col naso perchè solo così può prendere l’effetto benefico della mascherina e sedarsi un po’. Va provata caso per caso. E’ totalmente innocua, ma non sempre si riesce. Io tanti ne ho “strappati” così alla totale, ma altri no. Potrei cercare per lei un dr. che usi il protossido a Roma e si dedichi a questi casi.
- la sedazione cosciente endovenosa. Per praticare questa tecnica, di sedazione farmacologica, bisogna riuscire a fare una endovenosa al paziente, ovvero incannulare una vena. Viene eseguita in ospedale (ma troppo spesso -appunto- non ci perdono tempo e fanno la totale. Sinceramente non so dirle perchè in ospedale con a disposizione gli anestesisti non fanno la endovenosa ma la totale quasi ovunque. Forse per la difficoltà che c’è anche a incannulare una vena in molti di questi casi). Molti studi privati, sicurissimamente a Roma ce ne sono, fanno questa sedazione farmacologica endovenosa con assistenza di un anestesista, oppure di odontoiatri specializzati sedazionisti (escono solo dalla università di PD e sono pochissimi). In genere questi studi che si attrezzano per questa pratica lo fanno per affrontare chirurgie massive, quindi non è dettoche lo facciano su disabili perchè magari non gli interessa…
- Il protocollo Corberi che ha una percentuale elevatissima di successo in pazienti poco collaboranti di ogni tipo, prevede l’associazione fra il Midazolam che è un tranquillante che viene somministrato con grande facilità con uno.. spruzzetto dentro al naso, e la mascherina del protossido. E’ stata proposta dal grandissimo dr. Menozzi di Milano che a quanto mi risulta è l’unico che la pratica con immenso amore e dedizione per i casi come quello del suo ragazzo. Purtroppo vorrei usarla anche io, ma mentre in tutto il mondo il midazolam è permesso anche per uso ambulatoriale, perchè innocuo e sicuro, in Italia inspiegabilmente si può usare solo in ospedale… Infatti il Corberi è un ospedale di Milano dove lavorava il dr. Luigi Menozzi. Ora lui lavora in un altro ospedale, sempre a Milano.
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