La perdita di un solo dente può portare a diverse conseguenze

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Il concetto di riabilitazione protesica può essere visto, nella sua parola “riabilitazione” come la soluzione ad una “menomazione”. Infatti la protesi, nelle sue varie forme e tipi, serve per rimpiazzare denti perduti (nella forma e funzione giusta) e quindi anche la perdita di un solo dente (esclusi quelli del giudizio, intendiamoci, che mai devono essere sostituiti se persi, come è del tutto ovvio) può rappresentare una seria difformità dalla fisiologia della bocca e quindi un certo problema di salute. Rimettere quel singolo elemento significa PREVENIRE tutta una serie di possibili conseguenze negative per la bocca. Immaginiamo che sia andato perso un primo molare inferiore sinistro perchè le cure non sono state sufficienti a compensare la trascuratezza ed i ritardi con cui una persona ha corso ai ripari… Immaginiamo che questo paziente abbia solo 17-18 anni (ma questi ragionamenti valgono in realtà per tutte le età della vita). Se non si provvede rapidissimamente a rimpiazzare il dente estratto con un sistema almeno inizialmente provvisorio, possono esserci le seguenti conseguenze:

  • i denti limitrofi, quello dietro e quello avanti, si spostano, e nello spostamento si inclinano. Il dente antagonista (quello superiore nel nostro esempio) scende, estrude, cioè si abbassa perchè gli manca uno “stop” inferiormente;
  • per rimettere a posto questa architettura sovvertita, quando poi in un secondo momento ci si deciderà a rimpiazzare il dente, sara’ neccessario un trattamento ortodontico (alle volte lungo e difficile) per raddrizzare e rimettere a posto la zona;
  • se non si fa nulla, questi spostamenti si possono estendere piano piano nei mesi successivi (già nel giro di un anno o due, a seconda dei casi) a buona parte della dentatura. Cioè si sposta TUTTO e l’occlusione diventa irregolare ed asimmetrica. Si perdono i centri di simmetria e si creano interferenze occlusali;
  • quindi si sommano i danni estetici e quelli funzionali. Anche solo la perdita di un molare inferiore può così portare danno estetico, sia diretto (si vede quando si sorride, anche se sta dietro) sia indiretto (tutti questi probabili spostamenti;
  • c’è poi il danno masticatorio. Una infinità di persone (secondo una mia stima, almeno un 80%) NON si adatta alla mancanza di un solo dente, e comincia a privilegiare una masticazione unilaterale: nel nostro esempio, mangeranno poco a sinistra e sovraccaricheranno la destra.. 
  • questo avrà ulteriori conseguenze: favorisce gli spostamenti – crea un grave danno igienico (la parte meno usata si sporca molto di più, è difficile da pulire, si accumula tartaro e quindi a lungo andare si rovinano le gengive, si ritira l’osso dei denti sia di dx che di sx, gli uni perchè lavorano troppo, gli altri perchè lavorano troppo poco ed hanno questi accumuli patologici, eccessivi di placca ed alla fine, dopo decenni di questa situazione, tutti i denti si allenteranno e si perderanno molto più precocemente di quello che sarebbe stato senza queste complicazioni derivanti dalla perdita di un solo dente) – si crea un serio danno alla articolazione temporomandiboare e al sistema neuromuscolare con ulteriore danno anche estetico (asimmetria del volto e dei muscoli del volto per ipertrofia della parte che lavora di più) – ma principalmente un danno articolare (che appunto nel caso descritto è a sua volta la somma del trauma articolare della masticazione unilaterale o prevalente monolaterale con la serie di precontatti che si possono creare con gli spostamenti, inclinazioni, etc di cui parlavo sopra);
  • se si creano i disturbi craniomandibolari (masticaz monolat associata agli spostamenti dei denti a causa del singolo dente perso) questi coinvolgono la articolazione della mandibola, il sistema neuromuscolare e tutto ciò che vi è collegato. Questi quadri prevedono una serie di disturbi molto fastidiosi: cefalee ricorrenti, dolore alla articolazione, perdita dell’equilibrio posturale con mal di schiena, artrosi cervicale, dolori alla schiena, dolori e tensioni muscolari, assimemtrie del corpo, anche inestetiche, DOLORI ALLA MASTICAZIONE DIFFUSI con difficoltà di alimentazione…

– Più semplicemente, l’allentarsi dei denti per la mancanza di un elemento, può portare ad una alterazione dei punti di contatto fra i denti, un accumulo di placca e residui di cibo e quindi poi, oltre a quanto descritto, si può sviluppare anche la carie.. Questa descrizione è non esagerata, non tutti hanno tutte queste conseguenze. E’ come chi fuma, non è detto che vada per forza a finire in oncologia, ma.. meglio mollare le sigarette, no?? Poi bisogna vedere quante e quali delle conseguenze che ho descritto possono accadere e c’è anche il fattore tempo ed il fattore intensità dei problemi (come per continuare il.. brutto esempio, il numero delle sigarette). Quindi vediamo da questa descrizione che anche la perdita di un solo dente può comportare diverse conseguenze e, quindi, questo dente va rimpiazzato al più presto (ideale, ovviamente sarebbe stato non arrivare alla perdita di tale elemento, prevenendo e curandolo per tempo). Con un impianto o con un ponte, a seconda dei casi e della situazione (osso disponibile per una vite, stato conservativo dei denti vicini etc..), ma va rimpiazzato! Figuriamoci quando questa situazione è relativa alla perdita di più denti e non solo di uno. Quindi il significato di “riabilitazione” è ben chiaro ora, come è certo che i benefici di avere la bocca in perfetto ordine sono molteplici. La “formula” dentale di cui ci ha dotati il buon Dio deve essere completa, ci devono essere tutti i denti e devono ingranare, combaciare perfettamente fra loro per poter durare lungamente senza problemi. La Natura ha voluto così e visto che è molto facile sistemare le cose, bisogna ripristinare forma e funzione. Se riusciamo ad ottenere questo, avremo in sintesi due benefici grandi: uno immediato, nella masticazione, nella estetica etc. Ed uno a lungo termine, nella prevenzione di guai maggiori, e -mi si perdoni il termine- di evitare un degrado complessivo della bocca, delle gengive, delle strutture neuromuscolari annesse, fino ai distretti corporei più lontani, come descritto, nella postura e nella stabilità.

 

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