Carie e la autodiagnosi

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carie dentariaQuesto articolo vuole essere più elementare possibile, per spiegare alle persone quello che spessissimo mi accorgo (dalla mia pratica quotidiana, ed anche dalle domande del sito) molti ignorano. Voglio cercare di spiegare alcuni concetti riguardante le carie, la loro evoluzione, la loro cura. Quanto alla prevenzione, specie nei bambini, ho scritto abbondantemente in altri articoletti di questo stesso sito e vi rimando alla loro paziente lettura. L’argomento che tratteremo ora riguarda la base di ogni possibile cura che ognuno di noi dobbiamo avere della nostra bocca e della nostra salute: quello che voglio dire è che se ci sono carie, non possono assolutamente essere ignorate, ma devono essere curate al più presto possibile in ciascuno di noi. Infatti una carie progredisce sempre. Più o meno rapidamente o più o meno rapidamente, ma è assolutamente fatale che vadano avanti e progressivamente distruggono il dente, fino ad arrivare alla polpa. La guida in questo può essere solo il dentista perchè molte persone si basano sui sintomi, per antica dis-cultura, e sbagliano alla grande. Infatti se un dente inizia a far male, vuol dire che la lesione cariosa è arrivata davvero molto avanti.

Solo il dentista, con visite periodiche e radiografie da scattare anche queste con una periodicità variabile (da una volta l’anno nei soggetti molto cariorecettivi, fino a periodi più lunghi in quelli meno predispostii) può verificare se la bocca è sana o se invece ci sono carie da curare. Se aspettiamo i sintomi, potrebbe essere troppo tardi ormai. Le carie infatti possono NON dare per moltissimo tempo alcun sintomo. La “regola” è che se sono iniziali non danno alcun sintomo. Poi quando diventano un po’ più profonde possono dare sensibilità alternante al freddo o agli zuccheri o ad altre variazioni intraorali. Quando cominciano a far male spontaneamente (fino ai dolori lancinanti, che tengono svegli tutta la notte e alla impossibilità alla masticazione) significa già che il dente deve essere devitalizzato.

devitalizzazione dente Infatti se la carie arriva alla polpa del dente, questa non può più essere conservata e va asportata, cioè il dente devitalizzato. La fase successiva è l’ascesso con gonfiore, febbre e prostrazione generale. Ma questa “regola”, ovvero questa distinzioni di fasi e sintomi progressivi può essere molto variabile da persona a persona e da dente a dente della stessa persona. Cioè, ci sono persone (che a questo punto possiamo definire  sfortunate) che non avvertono alcun sintomo che le metta in guardia (qualora, appunto, non frequentino regolarmente lo studio dentistico) e che quindi arrivano alle estreme conseguenze senza sintomi. Paradossalmente un dente in questi soggetti puo arrivare all’ascesso senza aver dato prima alcun sintomo di avvertimento. Se poi pensiamo che molte carie nascono fra un dente e l’altro, cioè sono un po’ nascoste, lavorano internamente al dente senza che il dente stesso si rompa in qualche parete e si formi il classico “buco”, possiamo capire che il paziente non si deve fidare di quello che avverte da solo ma deve solo farsi visitare periodicamente. Cercando di spiegarmi meglio, ci sono carie che nascono a livello occlusale o sul colletto, quindi sulla superficie del dente e che ad un certo punto sono avvertibili, per esempio con la .. lingua o con difficili auto-ispezioni allo specchio. Ma ci sono carie che nascono a livello interprossimale, fra un dente e l’altro e queste finchè sono piccole non le vede neanche il dentista con la sola visita, ma si vedono solo nelle radiografie. Premesso tutto ciò, c’è da dire che se intercettiamo precocemente le carie, avremo tutta una serie di grandissimi vantaggi: la cura può essere eseguita in modo del tutto indolore, sia in maniera tradizionale, sia grazie all’avvento della ozonoterapia dentale, che ha esteso in modo notevolissimo la gamma delle carie che si possono curare senza trapano e quindi senza anestesia – la durata del restauro: se la carie è piccola, la sua otturazione sarà molto più durevole di una carie più avanzata che ha distrutto di pèiù il dente (ma l’ozonoterapia dentale permette appunto di demolire molto meno il dente, quindi contribuisce ad essere più conservativi e durevoli) – la spesa minore (il costo varia normalmente a seconda della complessità della cura) – il numero di sedute ed il tempo perso (se il dente NON va devitalizzato basta in genere una sola seduta, o addirittura si possono curare più denti con piccole carie nella stessa seduta, mentre per la devitalizzazione ci vogliono 4 sedute, a seconda dei metodi usati dal dentista, più, dopo, altrettante per la capsula necessaria nella quasi totalità dei denti devitalizzati). Ma se la carie prosegue, arriva la fase dell’emergenza, dei dolori, e quindi il dente va devitalizzato. L’endodonzia consiste nello svuotamento del canale del “nervo” che sta dentro la radice (da uno a 4 a seconda del tipo di dente) ed il successivo riempimento con sostanze atte a sigillare il canale ed impedire che i germi dell’ambiente orale raggiungano la punta della radice detta apice. Questa complessa manovra richiede svariate sedute con i costi relativi, e, come tutte le terapie complesse nell’organismo umano, ha una sua pur minima percentuale di insuccesso. Infatti anche i Maestri dei Maestri della endodonzia hanno una percentuale di successo nelle devitalizzazioni che non raggiunge mai il 100 per cento. Ma ad esempio, un 95-97%. Questo vuol dire la devitalizzazione in una piccola percentuale dei casi può non riuscire bene, per qualsiasi dentista, e quindi il dente può sviluppare un granuloma (una infezione cronica) e richiedere altri tipi di terapie come il tentativo di ritrattamento, una apicectomia o l’estrazione.

La vera morale di questo discorso è che quindi bisogna assolutamente farsi visitare periodicamente, ed effettuare radiografie preventive ed evitare di trascurarsi se ci sono carie e intervenire prima che si arrivi alla devitalizzazione.

Un altro problema sostanziale è che il dente devitalizzato e ricostruito, nella quasi totalità dei casi richiederà poi una capsula o corona. Infatti questa è una specie di fodera protettiva che lo conserverà per tantissimo tempo, decenni (salvo poi dover rifare la capsula, dopo tantissimi anni, ma continuando così a conservare ulteriormente il dente). Se non si fa la capsula (per evitare la spesa, o per dimenticanza etc.) il dente, con la sola otturazione-ricostruzione, può durare molto, ma in moltissimi casi si sgretola, talora al punto tale da non essere più recuperabile e richiedere l’estrazione. Infatti un dente devitalizzato è molto indebolito, per diversi motivi e richiede di essere capsulato per prevenire ulteriori danni. Le cause dell’indebolimento sono ad esempio la grande perdita di sostanza (se si è arrivati alla devitalizzazione vuol dire che la carie, trascurata, aveva distrutto ampiamente la struttura dentale) ed il fatto che il dente, perdendo forzatamente il suo nutrimento e il suo metabolismo a causa della endodonzia, diventa più fragile, diciamo più vetroso. Noi non sappiamo e non possiamo prevedere in nessuna maniera quanto durerà un dente devitalizzato senza una capsula. Fatta l’otturazione, potrà non accadere nulla per tanto tempo, ma anche il giorno dopo potrà verificarsi una frattura. Questa eventuale frattura potrà essere recuperabile con una nuova ricostruzione, ma potrà anche essere irrecuperabile ed il dente (che con la capsula sarebbe durato quanto un dente sano) andrà perso ! Ecco che si comprende come la capsula è essa stessa una ulteriore forma di prevenzione di danni peggiori e va effettuata al più presto possibile. Ci sono dentisti che preferiscono aspettare un po’ di tempo per essere sicuri della buona riuscita della endodonzia (ricordate?? Una piccola percentuale fallisce) ed altri (molto tranquilli e padroni delle proprie percentuali di successo in endo) che per essere sicuri che il dente non si frantumi, suggeriscono di fare immediatamente la capsula. Io faccio parte di questa schiera, ma talora i pazienti si stancano di fare 8-9 sedute di seguito, e talora rimandano e talora un dente che poteva durare per sempre, fa una brutta fine. Ovviamente avrete capito che si tratta comunque di elementi molto compromessi, che tornando alla filosofia basilare della odontoiatria di base non si dovrebbe mai raggiungere questa fase.. Tornando e terminando la descrizione della progressione della carie, come dicevamo all’inizio, se un dente non viene curato e devitalizzato nemmeno quando la carie arriva al nervo (a causa di una estrema trascuratezza del soggetto, spesso legata a fobia, che pur di non curarsi sopporta i dolori della infiammazione del nervo, detta pulpite, oppure in quei rari casi, come dicevo, che tutto questo processo non provoca grandi sintomi di avvertimento) arriva ad un certo punto l’ascesso. I germi sono penetrati dal cavo orale dentro al dente e poi nella polpa, poi nei canali del nervo e poi arrivano all’osso cioè al periapice. L’organismo a questo punto combatte violentemente l’assalto di questi germi che se indisturbati, porterebbero a morte il soggetto per diffusione generalizzata in tutti gli organi, formando l’ascesso. Questo ha i classici segni della infezione individuati dal’antichissimo Medico Celso: calor rubor tumor dolor. Il dente fa male di un dolore molto diffuso, si gonfia tutto e si arrossa e viene la febbre. Questa situazione richiede una decisa terapia antibiotica (si tratta di infezioni che possono essere molto forti ed anche la terapia deve essere molto energica). Ma non tutto è perduto. Una terapia endodontica, effettuata al momento opportuno, può eliminare l’infezione e guarire il dente. Quindi la devitalizzazione (nome improprio forse, perchè il dente non è più vitale) fatta quando il quadro è un po’ meno acuto (ma ci sono interventi di emergenza che può fare il dentista anche nel massimo grado di ascesso) può recuperare ancora quel dente. La percentuale di successo qui scende ancora un po’ (da un ipotetico 97% in caso di denti in pulpite senza infezione ad un altrettanto ipotetico 93% o meno), ma si deve tentare di recuperare quel dente. Se nessuna terapia viene effettuata nemmeno di fronte ad un ascesso, quando l’ascesso si calma grazie agli antibiotici, si cronicizza e diventa un granuloma, espressione di una infezione cronica del periapice, osso. Questa è una situazione terribile perchè il dente si continuerà a distruggere per il processo carioso e alla fine rimarrà solo una radice che sarà pressochè impossibile poi recuperare e ricostruire etc. Inoltre la cronicizzazione della infezione presuppone che in qualsiasi momento, presto o tardi, dopo una settimana, un mese o un anno si riacutizzi e formi un nuovo ascesso, con tutti i danni che abbiamo visto. Inutile dire che queste infezioni, possono, sia pure in rari casi, portare a malattie a distanza in altri organi, malattia focale, con coinvolgimento di cuore, reni fegato cervello e tanti altri gravissimi danni per la salute. L’unica morale possibile è che la prevenzione della carie è la cosa più logica, ma anche le cure precoci rappresentano una formidabile e salutare prevenzione di una sequela di guai che se la carie c’è, possono essere evitati dalle visite periodiche e dalle cure opportune… Vi ricordo che oggi abbiamo l’ozonoterapia dentale di cui parlo in altra zona di questo sito, che permette cure preventive precocissime senza perdita di sostanza dentale, senza trapano, quindi senza anestesia perchè ovviamente senza alcuna forma di dolore. Questa si chiama, con termine molto suggestivo, odontoiatria mininvasiva, ed è adeguata ad ogni età, per bambini ed adulti.

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