Uno studio offre nuove informazioni sulla diversità e la prevalenza dei batteri nelle infezioni orali

SOLNA, Svezia: La crescente evidenza scientifica suggerisce che le infezioni orali possono influenzare il decorso e la patogenesi delle malattie sistemiche e rappresentano una sfida emergente per i servizi sanitari, motivo per cui è fondamentale rilevare e monitorare i batteri e le infezioni orali gravi. Poiché solo pochi studi longitudinali hanno identificato quali batteri si trovano nelle regioni orali e maxillofacciali infette, in un recente studio i ricercatori del Karolinska Institutet in Svezia hanno identificato i batteri tipicamente presenti nelle infezioni orali gravi e determinato le tendenze emergenti del microbiota orale. Essi sperano che i risultati possano fornire maggiori informazioni sul legame tra batteri orali e altre malattie.

Nel loro studio, i ricercatori del Karolinska Institutet hanno esaminato i campioni di pazienti affetti da gravi infezioni orali, principalmente ascessi dentali e osteomielite della mandibola. Hanno raccolto questi campioni tra il 2010 e il 2020 presso l’Ospedale Universitario Karolinska producendo una lista dei batteri più comuni. Lo studio comprendeva un totale di 1.014 campioni, che sono stati analizzati utilizzando un metodo spettrometrico di massa chiamato MALDI-TOF che aiuta a identificare rapidamente i singoli batteri viventi.

Durante tutto il periodo dello studio sono state riportate 102 specie batteriche, con un intervallo da 1 a 7 specie per campione.

Margaret Sällberg Chen. (Immagine: Stefan Zimmerman)

«Stiamo riportando qui, per la prima volta, la composizione microbica delle infezioni batteriche da campioni raccolti in un periodo di dieci anni nella Contea di Stoccolma» ha riferito la Prof.ssa Margaret Sällberg Chen, del Dipartimento di Medicina Dentale presso il Karolinska Institutet, in un comunicato stampa. «I risultati mostrano che diverse infezioni batteriche legate a malattie sistemiche sono costantemente presenti e alcune sono addirittura aumentate negli ultimi dieci anni a Stoccolma».

I ricercatori hanno scoperto che i phyla batterici più comuni tra i campioni erano Firmicutes (51%), Bacteroidetes (19%), Proteobacteria (12%) e Actinobacteria (5%). Inoltre, i generi più comuni erano Streptococcus spp. (36%), Prevotella spp. (18%) e Staphylococcus spp. (11%). Infine, i ricercatori hanno osservato durante il periodo dello studio una significativa tendenza all’aumento di alcuni batteri, come a esempio Streptococcus anginosus e Eikenella corrodens. I livelli di altri batteri sono aumentati minimamente o sono rimasti invariati.

«I nostri risultati forniscono nuove informazioni sulla diversità e la prevalenza di microbi nocivi nelle infezioni orali», ha commentato la Prof.ssa Chen. «Questa scoperta non è importante solo per l’odontoiatria, ma ci aiuta anche a capire il ruolo che le infezioni dentali hanno nei pazienti con malattie di base. Se un certo batterio infetta e causa danni in bocca, è molto probabile che possa essere dannoso per i tessuti in altre parti del corpo con il diffondersi dell’infezione», ha aggiunto.

Dr Volkan Özenci. (Image: Stefan Zimmerman)

Essendo uno studio epidemiologico monocentrico, sono necessari studi più ampi per garantire la validità dei risultati. «Ora speriamo che i dentisti collaborino maggiormente con i laboratori di microbiologia clinica per comprendere meglio i batteri che causano le infezioni dentali e migliorare la diagnosi e la gestione terapeutica delle infezioni orali», ha affermato il dott. Volkan Özenci, professore associato di batteriologia clinica presso il Department of Laboratory Medicine dell’istituto.

Lo studio, intitolato “Clinical microbial identification of severe oral infections by MALDI-TOF mass spectrometry in Stockholm County: An 11-year (2010-2020) epidemiological investigation”, è stato pubblicato online il 24 novembre 2022 su Microbiology Spectrum, prima di essere incluso in un numero.

 

FONTE: DENTAL TRIBUNE

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