Caso clinico: recupero alla collaborazione di un bambino spaventato

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Vorrei descrivervi un caso clinico esemplificativo delle grandi potenzialità della sedazione cosciente inalatoria con protossido e ossigeno. Si tratta di una piccina venuta un paio di mesi fa, Grazia (ma il nome è di fantasia ovviamente) di 3 anni e 2 mesi con ECC, cioè la carie da biberon sui denti da latte. Noi sappiamo già l’enorme importanza di recuperare i denti da latte rovinati perchè hanno un valore in base all’età. Si tratta in questo caso sia di incisivi (che verranno cambiati a 6 anni circa) sia di molaretti (che verranno cambiati  a 10 – 11 anni). Quindi di denti che ancora all’età di Grazia devono stare in bocca per tanti anni, quasi una vita, e che se non curati daranno dolori, infezioni, urgenze, difficoltà di masticazione e persino di crescita corporea della bambina, fatale spostamento degli altri denti man mano che la distruzione procede e successiva necessità di mettere un apparecchio ortodontico in un caso come questo, che promette bene invece perchè ha una occlusione regolare. Tenete presente che le infezioni dentali a questa età mettono a dura prova le difese immunitarie del piccolo paziente e le impegnano a fondo..

 

La bambina viene da una regione molto lontana da qui (costa Adriatica, Civitanova Marche Alta), cioè dalla opposta costa della Toscana, perchè tutti i numerosi dentisti che le hanno fatto visita, o si sono rifiutati (giustamente se non attrezzati e preparati) o hanno effettuato tentativi poco felici (senza anestesia, creando dolore col trapano alla bambina etc) che hanno portato all’attuale fortissimo rifiuto della bambina di ogni forma di collaborazione. La mamma ha poi interpellato ospedali pediatrici pubblici dove, come sappiamo, purtroppo l’unica cosa che viene offerta quasi in tutta Italia (tranne, che io sappia, alcune strutture a Milano) sono estrazioni in anestesia totale. Voi capite che, anche se dettate alle volte da emergenze, dolori, infezioni, si tratta di mutilazioni che poi porteranno a problemi ortodontici serissimi, per non parlare dela periodo, pur di transizione, in cui il piccolo paziente avrà difficoltà di masticazione, quindi di crescita ed anche estetiche.. Cioè, come già sappiamo questi centri non possono fare cure ma solo estrazioni, e in anestesia generale che non è certo una procedura priva di rischio..

 

La mamma di Grazia ha trovato me e abbiamo accolto la bambina in un ambiente poco stressante, con molti colori, un bel giardino, gatti amichevoli, fiori, pelouches, e giochi per bambini. I camici sono rigorosamente non bianchi, ma sia il mio che quello delle assistenti colorati con vari pupazzi gradevoli per una piccina (ma per niente sgraditi nemmeno dagli adulti, che vedono anche loro immagini più amichevoli..). Naturalmente sia io che le assistenti pur non essendo veri psicologi, abbiamo sfoggiato tutte le doti di psicologia elementare che si possono reperire per accogliere la bambina, e creare una relazione con lei, di cui non sto a raccontarvi ma che, dettate da amore per questo lavoro, possono rendere migliore il rapporto con bimbi così piccoli.

 

La bimba è stata fatta sedere sopra la mamma, assai collaborante, per rassicurarla (ma non solo: essendo piccina è di piccole “dimensioni” e quindi nelle grandi poltrone odontoiatriche, anche se le mie sono particolarmente compatte, si sarebbe “dispersa” e non avrei trovato una posizione anche con cuscini etc), e davanti aveva una TV con cartoni del canale preferito, con cuffie che la isolano dai rumori esterni. Ma quando ha visto la luce del riunito e me che le facevo scegliere anche il colore dei guanti che avrei indossato, ha cominciato a piangere perchè ovviamente tendeva a ricordarsi delle esperienze precedenti sfortunate. A quel punto, prima di farle aprire la bocca e anche solo di visitarla abbiamo iniziato la danza della mascherina. Anche per questo ci sono numerosi trucchi e tecniche per fargliela accettare, perchè una bambina così impaurita (ma anche lo stesso varrebbe per un adulto) ha timore di tutto, mascherina del protossido compresa.. Io offro sempre tramite l’immaginazione, un profumo buono ed attraente da farle provare con la mascherina. Alla fine Grazia, con l’aiuto della mamma, distratta un po’ anche dalla Tv e dalle cuffie, si è soffiata bene il nasino dal piantarello precedente, ed ha accettato di respirare col nasino (tutto diventa assai meno facile se hanno problemi a farlo). E dopo pochi istanti di protossido (questa tecnica è descritta ampiamente in numerosi articoli che potete trovare in questo sito) il profumino magico ha fatto tutto il suo effetto. Era felice, “volava” alla grande, il pianto era un ricordo lontano, e spontaneamente ha aperto la bocca e mi ha indicato lei stessa il dentino in pulpite ed oltre che le faceva male.. Il rapporto, grazie a santo-protossido e ai mille accorgimenti di contorno, si era creato. Sedazione cosciente e relax, via la paura! Più che altro si sentono le farfalle cantare..

 

A questo punto, abbassando un po’ la dose di n2O per farla tornare un po’ alla “base terra” fra di noi, abbiamo eseguito la fondamentale fase del cosiddetto “tell-show-do” ovvero una fase in cui si spiega bene alla bimba gli strumenti che verranno usati. Naturalmente non si parla di trapano, e non di aspiratore chirurgico (piu’ piccolo di quello degli adulti, e colorato) ma si rinominano questi oggetti ansiogeni con nomi di fantasia accettati dalla piccina Etc etc. Le si fanno vedere come funzionano, senza eseguire cure, ma solo per farla familiarizzare con gli strumenti che dovrò usare di lì a poco. Le permettiamo di usarli da sola, di provarli da sola e di verificare che sono innocui (lontano dal dente che fa male)..

 

La fase successiva, spingendo un po’ di nuovo l’accelleratore sul protossido, è quella della anestesia: impossibile approcciare ad un dente così dolorante senza anestesia locale, la maledetta “puntura”. Ma anche qui, c’è un mix di accorgimenti: la mano di Paolo (io) più l’effetto analgesico della mascherina che già da sola toglie gran parte dei dolori, piu’ una pomatina profumatissima del gusto preferito da Grazia fra una scelta che offre fragola, ciccingomma, menta, frutti di bosco etc etc, che effettua una anestesia della mucosa dove dovrò mettere il piccolo ago, più ancora dei trucchi ed accorgimenti particolari per non farle vedere mai nemmeno per un attimo la siringa (che peraltro non ha l’aspetto di una siringa ma di una penna innocua). Risultato finale, Grazia non sente per niente l’ago. Quando faccio a piccole dosi l’anestesia, lei non fa nessun movimento di reazione sgradita. Poco non è.

 

Ci sarà poi il rovescio della medaglia della sensazione dell’anestetico che non è gradevole per nessuno (sentirsi addormentati è abbastanza spiacevole anche per un adulto) e il rischio di morsicature auto-inferte (le spiegheremo alla fine molto bene di non mordersi e di avere pazienza finchè le formichine scaccia-bruchi non sono andate via). Ma impossibile far male ad una bambina così: non vorrà mai più aprire la bocca. Per questo io mi sono documentato con un master ed attrezzato anche con l’ozonoterapia dentale che per carie piccole e medio-piccole permette di non usare l’anestesia ed il trapano e quindi di saltare questa fase delicata. ma Grazia aveva una cavernetta da curare e l’ozono cede le armi se sono troppo avanzate.

 

Appena l’anestesia fa effetto faccio quello che devo fare, devitalizzo il dente, procedura lunga e complessa su un dentino in miniatura, difficile come devitalizzare due molari di un adulto, ma qui ci possono essere altri problemi che richiedono sempre accorgimenti adatti: la lunga seduta (anche se io e la assistente siamo velocissimi e in questi casi ne ho due che mi aiutano) richiede che la bambina continui sempre a respirare per non perdere l’effetto coca cola (aveva scelto questo di gusto immaginario) oppure si propone di cambiare gusto, purchè continui bene col nasino. Altro guaio è l’acqua, ma dobbiamo aspirare bene per evitare che si impaurisca con troppa acqua in giro per la bocca, etc etc.

 

Finita la seduta -in questo caso non ho fatto la classica desensibilizzazione, cioè procedere per gradi, in molte sedute preliminari di semplice approccio, quindi non fare nulla la prima volta, solo la mascherina etc etc perchè Grazia veniva da molto lontano ed aveva un dolore da abolire- tutto è andato bene e tornerà a casa senza più il dolore e le prossime volte, per finire la cura, ed altre cure (ne ha tanti da sistemare) mi aspetto che la bambina venga tranquillissima, come si è poi realmente verificato successivamente, e tutto è scorso con più velocità e serenità.

 

Terminata la seduta la piccola mi ha dato un bacino, e la mamma non vi dico quanto era sollevata. Ci vuole pazienza e tecniche adatte, e strumenti specifici. L’odontoiatria pediatrica non è più difficile di altre branche, però non si improvvisa. Peccato che pochissimi sono i dentisti che vi si dedicano con amore, passione e competenza. Nel nostro Paese in realtà quello che forse manca (ma non vorrei troppo andare oltre con i discorsi) è proprio una maggiore attenzione per le età estreme della vita. Bambini ed anziani non sono considerati dalla nostra società come invece dovrebbero, visto che rappresentano la vera ricchezza di una civiltà..

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