Ho partecipato ad uno dei congressi più impegnativi degli ultimi tempi: quello mondiale sui traumi dentali a Verona, giugno 2010, della IADT, la importante società internazionale di traumatologia dentale. C’erano i grandissimi professori di questo che è davvero uno degli argomenti più difficili della odontoiatria, perchè riunisce in se le competenze di tutte le branche messe assieme, dalla conservativa, alla endodonzia, alla chirurgia, alla ortodonzia, alla psicologia, alla implantologia etc etc. Per me è una missione particolare quella di occuparmi e studiare la traumatologia, per i motivi che spiegherò più avanti. Comunque vorrei esprimervi qui alcuni pensieri liberi in ordine sparso, fresco fresco (si fa per dire, sono a pezzettini) dall’importantissimo congresso.
ASPETTO PSICOLOGICO. A tutte le età un trauma dentale è vissuto come evento drammatico di forte mutilazione in quello che è un organo così importante per il sorriso, la comunicazione sociale, la accettazione e la presentazione agli altri di se’, e per i più piccini inoltre addirittura elemento di esplorazione e conoscenza del mondo e strumento di nutrizione primaria. Inutile dire quindi l’attenzione che va portata verso queste persone (o personcine) psicofisicamente alterate in questo evento che traumatizza anche la psiche.
TRAUMI NON DOVUTI AD INCIDENTE. Ma a violenza sui minori.. La intelligenza del dentista deve essere impiegata nell’intercettare questi drammatici casi che sono in vertiginoso aumento statistico nei paesi occidentali, compreso il nostro. L’infanzia è un pianeta alquanto sconosciuto che merita però la massima attenzione da parte di tutti, compresi i medici che hanno a che fare con i bambini, che decidono di accettare un bambino nel proprio studio e quindi non possono evitare di porsi il problema di fronte ad un trauma dentale: il 50% degli episodi di violenza sui bambini hanno come esito un trauma dento-facciale.. Inaccorto e poco professionale chi non ci pone attenzione e non se ne accorge.
EDUCAZIONE DELLA POPOLAZIONE IN CASO DI TRAUMA. C’è un qualcosa, similarmente alla BLS, la rianimazione cardiopolmonare, che può essere fatto solo da chi si trova nella scena del trauma e, quindi, non da medici o paramedici accorsi o cui ci si reca in conseguenza a questa emergenza. Mi si perdoni il paragone con la rianimazione (ne riparlerò più avanti), ma se a causa di un incidente viene AVULSO un dente, cioè esce dalla sua sede naturale che è l’alveolo dentale, c’è una manovra che può essere fatta da chi è presente (genitori, maestre, allenatori sportivi etc) che nessun altro può fare poi. Cioè il reimpianto dentale immediato. Si raccoglie il dente evitando di toccare la radice (dove sono le delicate fibre che permetteranno che il dente si.. riattacchi dentro la sua sede naturale), lo si lava delicatamente sotto acqua tiepida a temperatura corporea e lo si rimette dove stava. Poi si va dal dentista (quello che si occupa dei traumi) che farà una specie di ingessatura (lo lega con i denti vicini per bloccarlo e farlo rinsaldare) e tutto quello che serve. Questo avrà la massima probabilità di successo perchè queste fibre del legamento che devono riattaccarsi muoiono rapidamente in pochi minuti. Per cui solo chi è presente all’incidente può intervenire con successo.
L’alternativa è lavare il dente e metterlo nel LATTE che è il mezzo idoneo ed il più facilmente reperibile per far si che queste fibre non muoiano nel rapido trasferimento dal dentista che si occupa di traumi (e quindi si rende disponibile immediatamente) che farà lui il tentativo di reimpianto. Ogni minuto che passa, o se il dente sta fuori dal latte, e più le speranze che possa attecchire se reimpiantato, diminuiscono rapidamente.. Altro buon mezzo di conservazione del dente che è saltato via, può essere la saliva o la soluzione fisiologica. Ma la saliva è in genere ben piena di germi. La fisiologica si trova in farmacia. Il LATTE invece si trova molto più facilmete: una vicina di casa, il bar del campo sportivo, il negozio di alimentari lì davanti etc etc..
DEL TUTTO PROIBITO FARE IL TENTATIVO DI RIMETTER SU UN DENTE DA LATTE…!!! Quello che ho scritto sopra riguarda denti definitivi. Ma assolutamente non i decidui. Qui c’è una immensa confusione anche fra i denstisti stessi: il dente da latte non va reimpiantato perchè la priorità in questo caso è proteggere la gemma sottostante del dente permanente. Questo dente potrebbe, con estrema facilità, essere danneggiato dalle manovre di reimpianto o dalle infezioni che ne possono conseguire, e quindi bisogna proteggerlo da ciò. Poco informato chi ci pensa e, peggio ancora, chi ci prova.
IL DISTACCO DEL FRAMMENTO. La stessa tecnica di conservazione è indicata anche in caso di un incidente che causi una conseguenza molto meno drammatica, ma ugualmente assai menomante, cioè la frattura della corona. Se in seguito al trauma si spezza il dente, bisogna tentare di recuperare il FRAMMENTO distaccato e immergerlo nel LATTE per far si che non si disidrati, e recarsi subito dal dentista che cura i traumi per farlo.. riattaccare. Importante cercare TUTTI i frammenti se ci si riesce, perchè talora qualche piccolo frammento si pianta dentro ai tessuti molli, labbro tipicamente etc, e questa cosa può rimanere sconosciuta, ma dare poi importante infezione. I vantaggi di ricostruire il dente, utilizzando il frammento che si era spezzato e riattaccandolo, sono evidenti..
TATUAGGIO DELLA CUTE. Altra manovra che va fatta nell’immediato, nel luogo stesso dell’incidente è lavare accuratamente i tessuti periorali e la cute e le mucose coinvolte nel trauma incidentale. Infatti se rimangono ad esempio, particelle di asfalto polvere o terra sulla cute del labbro, può causarsi, oltre l’infezione e i fastidi immediati, la permanenza di macchie scure come tatuaggio per la vita..
QUESTO SIGNIFICA CHE LA PROGNOSI DI UN TRAUMA SI DECIDE NEL LUOGO DELL’INCIDENTE Oltre a quanto detto c’è la impressionante statistica che solo il 40% dei genitori porta i figli dal dentista immediatamente quando si verifica il trauma.. La restante parte ci va a distanza di settimane o mai.
Questo, se me lo permettete, fa venire in mente un altro discorso, quello sul BLS. Ci sono paesi come gli stati uniti o la svezia, dove la rianimazione cardiopolmonare (BLS, basic life support) viene insegnata ad una gran fetta di popolazione (40% degli americani lo sanno fare, e il 50% degli svedesi per esempio..). Se c’è un arresto della circolazione, solamente se questa viene supportata o ripristinata la vittima si può salvare. Se invece il circolo si ferma e il cervello e il cuore stesso rimane senza l’ossigeno portato dalla circolazione, i danni possono essere molto severi ed irreversibili. Quindi CIASCUNO DI NOI PUO’ SALVARE UNA VITA, se interviene immediatamente con la respirazione bocca a bocca ed il massaggio cardiaco. Qualunque sia la causa dell’interruzione del circolo, su base traumatica o per malanno, non si può aspettare l’arrivo per quanto tempestivo, dei soccorsi medici, ma intervenire SUBITO, IMMEDIATAMENTE. Quindi l’intera popolazione dovrebbe essere addestrata a effettuare queste semplicissime manovre salva-vita perchè per strada, in ufficio, a scuola, al supermercato, sui campi di gioco, alla posta, in banca, OVUNQUE, CIASCUNO DI NOI PUO’ INTERVENIRE… Anche questa cultura purtroppo (come nel caso, molto meno drammatico dei traumi dentali) manca quasi completamente in Italia e la gente, lo stato, gli enti, le associazioni, dovrebbero darsi da fare per una forma di progresso civile importantissima. Le varie croci verdi, rosse o gialle offrono continuamente semplici corsi aperti a tutti, cui tutti possono partecipare e dovrebbero, per motivi di coscienza civile e civica..
I TRAUMI DENTALI SONO PER LA MASSIMA PARTE A CARICO DI BAMBINI. Le statistiche riportano che si tratta quasi sempre di bambini di varia età. Ad esempio nella fascia 0-6 anni, la bocca è la parte dell’intero corpo umano più predisposta statisticamente ad un qualsivoglia trauma. Ma se parliamo di frequenza di traumi dentali, i più frequenti sono a carico di maschietti che hanno già denti permanenti (attività sportiva, aggressività crescente a quella età). Questo significa che il dentista deve essere un dentista che si occupa di traumi e di bambini.
IL DENTISTA… è un bel… problema. Infatti, come avete notato, mi riferisco sempre nelle mie riflessioni, ad un dentista che si occupi di traumi. Tutti i dentisti hanno studiato i traumi, ma spesso ciò rimane solo un.. pallido ricordo. Per non parlare di quelli che hanno sempre “snobbato” questa difficile branca. E’ comunque una branca in gran parte ancora sconosciuta dagli operatori del settore. Parto non da mie considerazioni personali, ma da precise statistiche portate dal prof Andreasen a questo congresso mondiale sui traumi: c’è una difficoltà nella preparazione dei dentisti su questa branca. Infatti in quasi tutto il mondo non esiste un pronto soccorso odontoiatrico traumatologico. Questo c’è in grandi città come Copenhagen o New York, o Tokio etc, ma nelle nostre zone ad esempio (come, ripeto, nella maggior parte del mondo) non ci sono queste strutture, o al massimo c’è qualcosa nel nostro o nei relativi capoluogo di provincia. E allora, a chi si possono rivolgere i genitori dei bambini che hanno un trauma? Al proprio dentista di fiducia. Ma questo dentista cosa deve fare per diventare esperto?? A meno che non abbia frequentato per un periodo di tempo uno di questi reparti dove si fa solo questo, l’unica via per essere veramente pronto è lo studio continuo e l’aggiornamento. Se poi ci mettiamo di mezzo altri fattori come i tagli fortissimi alla sanità da un lato, lo scarsissimo interesse che gli stati hanno verso i bambini che non sono produttori di reddito e consumatori sufficienti per essere presi in considerazione, se ci mettiamo dall’altro lato il fatto che un dentista privato ha chances di vedere i traumi abbastanza rare tutto sommato, ecco che capiamo che solo uno studio continuo ed aggiornato può rendere i dentisti nostrani (ma, ripeto, a questo straordinario congresso è emerso che tranne le città che ho nominato, tutto il mondo.. è paese) in grado di affrontare efficacemente un trauma. Se poi ripensiamo alla statistica che si tratta quasi sempre di bambini, il dentista deve essere in grado di operare con la delicatezza necessaria e tutti gli accordimenti della pedodonzia. Cioè se deve affrontare un trauma di un bambino deve essere anche un dentista pediatrico, avvezzo a lavorare sui bambini.
Infatti un trauma dentale, a tutte le età, e per tutti, rappresenza anche dal punto di vista PSICOLOGICO una grave menomazione, vissuta da tutti i soggetti come diminuzione della vitalità dell’organismo. Le implicazioni psicologiche e LA PAURA FORTISSIMA IN CASO DI INCIDENTE sono fin troppo evidenti, la bocca ed il sorriso sono importantissimi dal punto di vista sociale, sessuale (come diceva Freud), conoscitivo del mondo esterno nel piccolo bambino, propositivo nel giovane e nell’adolescente, etc etc
Capite, quindi, da tutto ciò come la traumatologia dentale sia in realtà coltivata e studiata solo da una stretta minoranza di pochissimi dentisti. Solo pochi hanno conoscenze esatte ed aggiornate (ci sono tante stupidaggini in giro, come quella di reimpiantare il dente da latte avulso di cui parlavo prima) e si dedicano veramente a questa branca, che ripeto è una delle più difficili per qualsiasi dentista anche culturalmente parlando. Branca su cui si riesce a fare poca pratica e per la quale non esistono, quasi da nessuna parte, strutture pubbliche preparate. Se ci mettiamo poi anche un altro parametro: quello della REPERIBILITA che garantisca la TEMPESTIVITA di cui parlavo ad esempio prima per il reimpianto, capiamo che le chances si assottigliano ulteriormente..
Io, ad esempio, che mi occupo con enorme passione di tutti questi argomenti (per me una vera “missione”, senza retorica!), quando esco dallo studio metto sempre il trasferimento di chiamata verso il mio cellulare, che sta sempre attaccato a me 24 ore al giorno, e rispondo sempre a chi mi cerca (o se non posso farlo in quel momento, richiamo subito dopo), e a meno che non sia in montagna con la moto, che dorma, o che sia ad un congresso in una città lontana, etc, se c’è un trauma che è l’unica vera urgenza odontoiatrica, mi rendo SEMPRE disponibile ad interventire.
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