Voglio riprendere un vecchio tema, cioè di come si prevengono le infezioni crociate in uno studio dentistico. Tratterò questo argomento, come sempre rivolto ai pazienti, e non certo ai colleghi, solo per spiegare un po’ e far centrare l’argomento da chi è profano in materia. Crossing infections significa che c’è la possibilità che una infezione si trasmetta da dentista (o infermiera) a paziente, da paziente a dentista, da paziente a paziente.
Si tratta di un argomento che oggi come oggi è “sorpassato”, nel senso che dovrebbe essere ampiamente acquisito e messo in pratica da anni e anni in ogni studio dentistico degno di tale nome. Di certo gli studi abusivi, dove chi opera non è laureato in medicina oppure in odontoiatria, inevitabilmente non possono riuscire a mettere in opera le meticolose regole, dette “precauzioni universali” e il rischio infettivo sarà elevatissimo per chi si rivolge a questi ambulatori. Mi ricordo che questo argomento non era affatto sorpassato quando, negli anni 80-90, fui chiamato a far parte della commissione organizzata dal Ministero della sanità per studiare questo problema per l’allarme che si stava diffondendo di nuove malattie virali di cui si temeva la possibile trasmissione in ambito ospedaliero ed ambulatoriale. Fu un lavoro pionieristico, per me rimasto storico perchè da quel gruppo di studio uscirono queste famose precauzioni universali che oggi regolano le procedure igieniche nei nostri studi. Ci “inventammo” l’impossibile, nel confronto fra specialisti di varia origine, ed anche con una certa sperimentazione pratica, per stilare linee guida semplici, fattibili, ed efficaci.
Vi ricordo ancora una volta che un abusivo non laureato è per definizione e per impossibilità culturale ad affrontare questo grave problema, un fuorilegge pirata che non si fa scrupoli a mettere a repentaglio gravemente la salute vostra e dei vostri bambini per il suo immondo lucro.
Riprendendo l’argomento, stiamo parlando di come si può ottenere che ogni paziente dello studio, e tutti gli operatori, entrino dentro lo studio dentistico sani e ne escano altrettanto sani. E chi ha qualche problema possa essere curato serenamente senza il timore che le infezioni si diffondano, oppure, se lui stesso è debilitato, non rischi di ammalarsi lì dentro. Oggi tutto questo è definitivamente assodato e inserito nelle procedure operative di ogni studio medico dentistico (peraltro molto costose, ed è per questo che le cure costano, e gli abusivi, che fanno lavori sottocosto, risparmiano proprio su questo). Vi espongo brevemente in ordine non sequenziale, alcuni principi che regolano le linee guida.
- le infezioni più pericolose di cui parliamo sono le varie forme di epatite, l’HIV, la TBC ma anche un a semplice trasmissione di virus influenzali, ed anche il rischio che una ferita orale, ad esempio dopo una estrazione, possa essere contaminata da una superinfezione opportunistica da germi banali.
- la prima forma è lavarsi le mani. C’è una campagna incredibile dell’UNICEF, vòlta a ridurre la mortalità infantile, che invita le popolazioni dei paesi meno fortunati, ed i medici di quelle regioni a lavarsi semplicemente le mani fra un paziente e l’altro. Questo semplicissimo gesto può salvare vite, tante e far risparmiare moltissimi soldi agli stati. Infatti ci sono terribili statistiche che dicono che i medici in ospedale NON si lavano le mani fra un paziente e l’altro, e così diffondono e trasmettono in questo modo infezioni banali ma gravi che potrebbero essere risparmiate da un breve semplice gesto. Esempio, la solita, classica epatite da siero, B o C, o addirittura viene trasmessa l’infezione in una ferita chirurgica che invece di essere disinfettata, viene così contaminata. E questo anche se si usano i guanti. Ma se non ci si lava prima semplicemente le mani. In Italia si calcola che se i medici e infermieri d’ospedale si lavassero le mani correttamente, si potrebbero prevenire fra i 1000 e i 2000 morti l’anno per questa trasmissione di infezioni crociate ospedaliere. In Italia dal 5 all’8% dei pazienti che si ricoverano in ospedale viene colpito poi da una infezione ospedaliera durante il ricovero. Questo è un gravissimo incredibile problema di tutti gli ospedali del mondo, Italia, USA, etc. Negli Stati Uniti si parla di ottantamila morti l’anno per questo.. L’OMS ha appena lanciato lo slogan: “Save lives: clean your hands !“. Tutto questo ha relazione con lo studio dentistico in questo senso: il dentista, ma anche i pazienti, si devono lavare sempre perchè con una manovra semplice e banale si possono evitare le infezioni crociate, come ad esempio una influenza. Il dentista (a meno che non faccia implantologia o chirurgia) non ha a che fare con ferite che lui può infettare, come accade in ospedale nelle statistiche che ho riferito, ma le mani di devono lavare sempre !
- Ovviamente alla base della prevenzione delle infezioni crociate ci sono tutte le procedure di sterilizzazione. Bisogna se possibile usare più strumentario ed oggetti monouso possibile (costi elevatissimi) perchè così si abbatte la necessità della sterilizzazione all’origine. Per ciò che non può essere monouso, si sterilizza in autoclave. Questa è una delle macchine sterilizzatrici che deve essere presente in ogni studio perchè sterilizza realmente e permette di lasciare gli strumenti imbustati, pronti per l’uso ma poi sterili quando si apre la busta. Per poter utilizzare questo sistema si devono avere tanti strumenti di riserva perchè il ciclo dell’autoclave dura parecchio tempo, e se in un giorno si ricevono molti pazienti, bisogna avere tanti oggetti uguali, come ad esempio 10, 20 o 30 specchietti, ma anche tante turbine (il manipolo chiamato comunemente “trapano”) perchè se vogliamo utilizzare strumenti realmente autoclavati sterili, ce ne vogliono molti per completare i lunghi cicli dell’autoclave fra un paziente e l’altro. Ma uno specchietto costa poco, invece una turbina costa oggi almeno 700 euro, e se ne vogliamo avere molte, per usarle e sterilizzarle ogni volta, come tanti tanti altri strumenti, il dentista investe un grande capitale per l’igiene. Questo, ancora una volta fa capire come le vere cure dentistiche non possono essere LOW COST e quelle che costano poco (abusivi, centri low cost, turismo odontoiatrico) sono ad elevatissimo rischio di infezione crossing.. E i disinfettanti veramente attivi sulle superfici (ogni superficie della poltrona, maniglie, radiografico etc etc va igienizzata e disinfettata ad alto livello e ricoperta di domopak monouso in modo che toccandole vengano poi decontaminate facilmente) costano al litro come una bottiglia d’annata di Vèuve Clicquot, lo champagne migliore.
- tutti uguali : c’è un concetto basilare nella prevenzione delle cross infections in ospedale e nell’ambulatorio, quindi anche odontoiatrico che è questo: dobbiamo trattare (paradossalmente ma realmente) tutti i pazienti come se fossero ammalati di epatite-c o tubercolosi (che sono infezioni sostenute da due dei germi più resistenti e difficili da stroncare, al contrario di quello dell’HIV che invece è estremamente labile e muore subito nell’ambiente). In sostanza l’anamnesi è del tutto inutile e dobbiamo porci davanti ad ogni paziente con il massimo possibile delle PRECAUZIONI UNIVERSALI (si chiamano così proprio per questo) e quindi con il massimo delle procedure di sterilizzazione e prevenzione. Perchè? Per una lunga serie di motivi. Dobbiamo fare anamnesi, cioè chiedere quali malattie ha avuto un paziente, per sapere dei farmaci, delle condizioni di salute, etc. Ma se l’anamnesi fosse negativa per malattie trasmissibili quali quelle che ho nominato, questo non ci autorizza minimamente a “mollare” l’attenzione sull’igiene. Infatti, come direbbe il dr. House, i pazienti mentono. Oppure non sanno di essere sieropositivi a qualcosa, perchè non hanno fatto analisi recenti che comprendano anche i test per queste malattie etc. Ma anche se per assurdo chiedessimo l’analisi ad ogni paziente, sarebbe del tutto IDIOTA (come purtroppo ho sentito, in passato, fare tante volte in ambienti medici, come ad esempio prima di un intervento chirurgico) perchè esiste il famoso PERIODO FINESTRA. Ovvero c’è sempre un periodo in cui un paziente che ha contratto un virus senza saperlo (es HCV-HIV, ad esempio per via sessualmente trasmessa) che anche se fa le analisi, queste risultano negative mentre lui già alberga nel sangue il virus.. Ed è quindi infettante. Quindi questo vuol dire solo una cosa: che il dentista deve sempre sterilizzare al massimo, proteggere i pazienti l’uno verso l’altro e se stesso e le infermiere con tutti i presidi a disposizione possibile, in condizione di massima igiene. Quindi se davanti ha un paz. pericoloso, nessuno deve temere nulla perchè la sala operativa sarà sicura per quello stesso paziente e per i successivi. Neanche l’aspetto deve indurre a rilassamenti in questo campo. Un bambino?? Può essere, a dispetto di un aspetto del tutto tranquillo, per nulla sicuro. Un esempio in questo senso mi insegnò all’atto pratico tanti anni fa che questi concetti sono del tutto veri e doverosi. Un compagno di asilo di mio figlio (ora hanno 26 anni) ebbe il morbillo. E dopo sviluppò una complicazione grave cioè una depressione della produzione del midollo osseo con piastrinopenia e per questo fu sottoposto a trasfusione di piastrine. In realtà andò tutto bene e ora è sano e bello come il sole. Ma poteva essere una bomba biologica. Lui era mio piccolo paziente e io già adottavo, da sempre in realtà, queste misure. Ma poteva essere una bomba biologica. Vi chiedo: vi sembra che un abusivo (a Roma poco fa un vigile urbano la sera toglieva denti nel suo “studio”) o uno studio low cost possa davvero mettere in atto queste precauzioni, e conoscere veramente questi concetti?
- Le statistiche ci dicono che negli studi dentistici moderni (SOLO QUELLI QUALIFICATI, anche perchè di quelli NON qualificati, abusivi, low cost, turismo odontoiatrico etc, ovviamente NON esistono statistiche) le crossing infections sono molto poco presenti, PIU BASSE DI QUELLE CONTRATTE PURTROPPO IN AMBIENTE OSPEDALIERO, anche a causa della minore invasività delle manovre connesse con le semplici cure odontoiatriche rispetto a quello che si fa in ospedale. Quindi i pazienti possono affidare se stessi ed i loro bambini in totale sicurezza, pressochè vicina a zero rischio.. I dentisti veri qualificati NON trasmettono quindi infezioni nei loro studi. Tanti anni fa non era così, ma da alcuni decenni c’è una sicurezza elevatissima. In particolare le statistiche dicono che non c’è mai stato nessun caso di trasmissione del temuto HIV. Infatti, come dicevo prima, questo virus è molto labile e ci vuole un contatto molto profondo (sex, trasfusioni etc) per trasmetterlo. Io sono sicuro che nessun paziente mai si è ammalato da me ed io stesso sono del tutto sano, come le mie assitenti, dopo tanti decenni di professione. Segno di estrema igiene.
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