Sappiamo da molto tempo che in una minoranza (per fortuna) di persone che hanno una malocclusione (cioè un difetto ortodontico occlusale per imperfetta articolazione fra le due arcate) si possono sviluppare disturbi a distanza dalla bocca, oltre a quelli tipicamente relativi a masticazione, estetica, digestione, aumento della probabilità di carie e di piorrea, usure precoci dei denti per abrasione etc. I disturbi “fuori dalla bocca” si chiamano in gergo medico DCM. DISTURBI CRANIO MANDIBOLARI, oppure anche sindrome di COSTEN (vedi articolo). E la branca della odontoiatria che se ne occupa, GNATOLOGIA. Quella che li previene, ORTOGNATODONZIA. Il meccanismo con cui una malocclusione, cioè tutto ciò che si discosta da una occlusione ideale, unico progetto del Signore tramite la Natura, passa per la sofferenza della ATM, ARTICOLAZIONE TEMPORO MANDIBOLARE. Che è la articolazione estremamente complessa con cui la mandibola si collega al cranio, una delle più complicate articolazioni del corpo umano.
Quindi ogni tipo di malocclusione, palato stretto, morso profondo, affollamento (denti storti), morso aperto da disfunzione respiratoria o linguale, denti in fuori (2 classe), mandibola sporgente con inversione del morso anteriore (3 classe), etc, ma specialmente tutte le situazioni ASIMMETRICHE, nelle quali c’è differenza fra destra e sinistra nella chiusura, possono portare alla sofferenza della ATM. Da questa possono scatenarsi riflessi posturali (femmine colpite 4 volte più frequentemente dei maschi) che condizionano muscoli, ossa, articolazioni a distanza come quelle della colonna vertebrale e da qui, ripercuotersi anche a distanza come ad esempio verso gli arti. Cioè lo sviluppo dei DCM. In associazione spesso ci sono le cosiddette PARAFUNZIONI, come bruxismo (sfregamento specialmente notturno dei denti fra loro, con conseguente usura dei denti ed indebolimento delle radici con piorrea e mobilità degli elementi) o serramento delle arcate. Possono coesistere con tutte le conseguenze, i fattori che hanno causato quella malocclusione, come la RESPIRAZIONE ORALE e il difetto della POSTURA LINGUALE BASSA (vedi articolo). La disfunzione linguale, detta anche deglutizione infantile atipica, specialmente se associata (come accade frequentemente) ad un frenulo sottolinguale corto, può essa stessa, da sola, o come aggravante, portare ai DCM, TRAMITE LA “TENSIONE” CHE SI SVILUPPA TRAMITE L’OSSO IOIDE (link).
Può esserci quindi dolore facciale, tensioni muscolari dei muscoli masticatori e del viso. Mal di testa e mal di schiena, specie cervicale. Dolore, rumori, scatti, blocco della ATM. Addirittura disturbi della vista, dell’equilibrio, persino acufeni. Infatti spesso i DCM vengono alla osservazione dell’otorino perché imputati all’orecchio. Ed è talora L’otorino che trovando sano ciò di sua competenza indirizza allo GNATOLOGO. Fortunatamente solo una minoranza di chi ha malocclusione sviluppa questi DCM. E fra quelli che ne hanno, nella maggior parte dei casi si tratta di disturbi di lieve entità con cui si può anche convivere. Ma in alcuni casi queste complicazioni portano ad un forte stato di sofferenza. Al punto che il paziente sta tanto male che deve persino rinunciare a molte delle sue attività abituali. Come sport svago ma addirittura studio o lavoro.
Una delle cose peggiori è che spesso in questi casi il paziente si sottopone ad estenuanti e complessi esami, visite da neurologi, otorini e ogni tipo di medico, e numerose indagini cliniche di ogni tipo in seguito alle quali non si riscontra nulla di alterato. A quel punto il paziente viene etichettato come ansioso, ed imbottito di ansiolitici e antidepressivi. Peggio ancora succede che familiari, medici di famiglia, conoscenti ed amici, o dentisti non specializzati, etc. non riescono a valutare e comprendere realmente il profondo stato, concreto, di sofferenza di questi soggetti affetti dai disturbi cranio mandibolari DCM. Si tratta di una malattia, seria, che non viene valutata per quello che è, e ci si rivolge all’ambito della PSICHE. Certamente nella insorgenza e nella genesi dei DCM sono coinvolti anche ansia e stress. Si tratta in fin dei conti forse di una specie di “somatizzazione”: c’è chi ha palpitazioni, colite, gastrite, e chi viene colpito nel suo punto debole che è la malocclusione con tutto ciò che ne consegue, come abbiamo illustrato. Questo fra l’altro, spiega come l’andamento nel tempo di questi disturbi sia incostante, alternando periodi di massima intensità a periodi di relativo benessere. Ma sono i DCM stessi poi, che essendo così fastidiosi e turbativi della vita quotidiana, che creano ansia fortissima nel paziente e nei familiari, sviluppando così un loop micidiale, UN CIRCOLO VIZIOSO, in cui il disturbo alimenta se’ stesso e peggiora di continuo. Ritornando agli aspetti psicologici, ora c’è poi una ulteriore complicazione che è il ricorso al dr. Google: il paziente inizia interminabili ed estenuanti ricerche sul web per cercare di documentarsi e trovare una soluzione a tanta sofferenza. Ma come l’Ordine dei Medici nazionale stesso mette ora fortemente in “guardia”, l’informazione medica sul web non è sempre corretta. Chiunque può scrivere qualsiasi cosa in internet e il paziente può poi anche, non essendo medico, capire male, interpretare in modo sbagliato e scollegato ciò che reperisce in rete. Ed allora la confusione regna, l’ansia aumenta, il paziente diventa così difficilissimo da curare perchè si fa idee del tutto sbagliate. Che poi contrastano con le spiegazioni dello specialista se finalmente si rivolge allo gnatologo. Ma anche nel campo della gnatologia ci sono molte correnti di pensiero scientifico diverse, talora contrastanti apertamente fra di loro, molte esatte, qualcuna meno valida, e questo peggiora ancora le possibilità di terapie corrette per questi casi di DCM…
Quanto alla soluzione della sintomatologia, c’è l’uso corretto di un byte adatto caso per caso. Il successo di questa terapia gnatologica non è garantito: talora in una minoranza di casi neanche il byte (ammesso che sia ben fatto e sia quello giusto per quel caso) risolve. Ma nella maggior parte delle situazioni c’è miglioramento, spesso notevole e talora addirittura molto rapido. Il paziente diventa un po’ byte-dipendente, ma se ricordiamo quanto detto sull’andamento alterno dei DCM (legato questo allo stress ansia generale), possono esserci lunghi periodi di scomparsa o tollerabilità dei sintomi e quindi l’uso del byte può non essere continuativo. Si può in questi periodi interromperne l’uso per poi riprenderlo quando e se i disturbi si ripresentano. L’OSTEOPATIA, scienza poco affermata da noi, ed esercitata con abilità molto diversa da un professionista all’altro, può essere di grande aiuto, sia come terapia assieme al byte ben fatto e anche prima, a livello diagnostico (il vero osteopata sa riconoscere se ad esempio un dolore cervicale dipende dalla colonna o da stimoli posturali dannosi generati dalla ATM a causa di una malocclusione). Spesso si pensa che un trattamento ortodontico, raddrizzando i denti, ed eliminando la malocclusione possa essere una terapia, e si spera che possa essere definitiva. Ma questo, caso per caso, ricordiamoci che si tratta di disturbi tipicamente dell’adulto (si diventa adulti da questo punto di vista dopo l’adolescenza) può essere INUTILE (bisogna vedere com’è lo stato di compromissione anatomico funzionale della ATM, tramite l’esame principe che è la RMN, risonanza), ILLUSORIO (stiamo parlando di adulti, o ragazzi dopo la crescita e non è affatto detto che possa veramente essere risolto un problema ortodontico, una malocclusione, che come spessisimo in questi casi coinvolge la struttura ossea, scheletrica, la quale è ormai immodificabile) o addirittura DANNOSO (ci sono tantissimi casi in cui i DCM sono insorti o peggiorati a seguito di una ortodonzia dell’adulto, che va sempre valutata in modo molto accurato dal punto di vista della funzionalità della ATM prima di iniziarla e fare DANNI. Casi in cui prima non c’erano DCM e sono usciti fuori per il trattamento ortodontico. Oppure casi, appunto, in cui si tenta una ortodonzia per far scomparire i disturbi, e questi invece si accentuano e peggiorano moltissimo). Attenzione, non sto demonizzando l’ortodonzia dell’adulto, che io stesso eseguo spesso con passione. Ma che bisogna valutare bene prima la possibilità di scompenso ATM a causa dell’apparecchio. E che molto spesso purtroppo è fallace l’idea che se la malocclusione ha generato i disturbi, tentando di eliminare la malocclusione con l’ortodonzia, si possano eliminare i DCM. Qualche volta è una buona idea, qualche volta, caso per caso, no!
Da tutto questo si capisce, spero, molto bene la IMMENSA IMPORTANZA DI FARE ORTODONZIA INTERCETTIVA AI NOSTRI BAMBINI, IN ETA’ PIU’ PRECOCE POSSIBILE (vedi articolo). Ci sono almeno mille motivi per fare ortodonzia precocissima nei bambini che ne hanno bisogno, come l’aumento nettissimo delle possibilità di successo della correzione, la collaborazione molto più facile trattandosi quasi sempre di apparecchi mobili funzionalizzanti (più sono piccini, prima elementare o giù di lì, e più son bravi a portare questi apparecchi non fastidiosi), ed, appunto, la comparsa successiva della SINDROME DI COSTEN descritta in questo articoletto… Ma non dimentichiamo che la maggior parte delle malocclusioni in età infantile sono causate dalle cosiddette ABITUDINI VIZIATE (vedi articolo) e quindi, portando a visita il bambino piccolissimo (già dai primissimi anni di età) dal dentista pediatrico ortognatologo, si possono PREVENIRE con adeguate misure (es. logopedia, e in primis l’abbandono di tali abitudini viziate) le malocclusioni stesse e prevenire la necessità di ortodonzia!
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