Le forme ipertensive colpiscono nel mondo in media dal 30 al 45 % della popolazione adulta, una minaccia silente che nella maggior parte delle situazioni non provoca disturbi tuttavia rappresenta una delle cause principali di decesso prematuro provocando infarto e ictus.
La parodontite colpisce oltre il 50% della popolazione e si collega a un rischio elevato di soffrire di pressione elevata.
A confermare la stretta interconnessione tra le due malattie, arriva uno studio condotto dal prof. Francesco D’Aiuto, che rileva che chi è affetto da parodontite potrebbe duplicare il rischio di ipertensione.
Il trattato, pubblicato sulla rivista Hypertension, ha implicato 500 persone di età media 35 anni, di cui ben 250 soffrivano di una grave forma di parodontite.
Si è giunti alla conclusione che il 14% delle persone con parodontite soffriva di ipertensione, contro il 7% di quelle del gruppo di controllo, a parità di tutti le altre cause di rischio.
“Questa realtà indica che i batteri parodontali provocano danni alle gengive provocando anche una sistemica risposta infiammatoria che può favorire la crescita di malattie sistemiche come l’ipertensione” – afferma Francesco D’Aiuto. “Data anche la prevalenza della parodontite, il nostro studio –aggiunge D’Aiuto– conferma il allarmante numero di persone che potrebbe soffrire, inconsciamente, di ipertensione”, con il forte rischio cardiovascolare che ciò provoca.
“Inoltre, significa anche che la relazione tra parodontite e ipertensione si stabilisce ben prima che il soggetto accresca il problema di ipertensione”, sostiene D’Aiuto. Il trattamento della parodontite può dunque aiutare la prevenzione ed il controllo del’ ipertensione: mantenere una buona salute parodontale potrebbe aiutare a ritardare l’esordio della pressione alta migliorando la gestione della malattia nelle persone che già ne sono affette. È questo il cuore di un documento congiunto che sarà redatto dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia e dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, con l’intento di incrementare la coscienza nei professionisti di entrambi i campi di intervento e, quindi, di migliorare la coordinazione dei pazienti.
Il più recente documento di accordo sull’argomento ha concluso che il trattamento della parodontite influenza l’ avanzamento delle malattie cardiovascolari e che il controllo dei fattori di rischio (fumo, obesità, diabete e ipertensione), è fondamentale anche contro la parodontite. Inoltre, recenti sperimentazioni dimostrano che parodontite e ipertensione hanno una base genetica comune particolarmente in un esteso gruppo di geni rilevanti per il sistema immunitario, a sostegno dell’ipotesi che in entrambe le patologie ci sia una condizione infiammatoria.
Molti pazienti affetti da parodontite sovente sono affetti da pressione alta, principalmente quando nel cavo orale è in atto uno stato di infiammazione. L’associazione è importante perché spesso l’ipertensione è asintomatica, quindi, trovare un ‘segnale’ clinico quale la parodontite che potrebbe aumentare il rischio di ipertensione, può favorire una diagnosi prematura del disturbo e quindi scongiurare situazioni cardiovascolari.
L’integrazione dell’esame per la diagnosi dell’ipertensione da parte dei parodontologi delle cure dentali rapportandosi anche con i medici curanti dei pazienti e, viceversa, l’integrazione del controllo diagnostico della parodontite da parte dei medici potrebbero migliorare diagnosi e cura di entrambe le condizioni e ridurre la complessità dell’ipertensione sulla salute cardiovascolare.
E’ di basilare importanza anche per il medico di medicina generale inserire nella valutazione del paziente alcuni quesiti sullo stato di salute orale, che possano rappresentare un campanello d’allarme per un potenziale rischio di parodontite. Questa semplice valutazione può essere molto valida sia nel riconoscimento prematuro di pazienti con un’ipertensione latente, sia anche di pazienti con parodontite non individuata.
Buone pratiche di igiene orale come lavarsi i denti due volte al giorno e un corretto uso del filo interdentale potrebbero dunque rendersi efficienti non solo per la salute della bocca, ma anche rivelarsi uno strumento semplice e alla portata di tutti per prevenire e tenere sotto controllo l’ipertensione.
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