- L’osteopata può collaborare con il dentista, l’ortodonzista, l’odontotecnico nella risoluzione di varie problematiche occlusali (rapporto mandibola-mascellare superiore): queste due ossa possono essere influenzate dal TIPO di cranio del paziente e da DISFUNZIONI cranio-sacrali della SINFISI SFENO-BASILARE (Flessione, estensione, torsione, side-bending rotation, strain verticale o laterale).
- La bocca e la mandibola non sono parti separate dal resto del corpo ed i cambiamenti in queste zone influenzeranno il corpo stesso e viceversa.
- Oltre alle tecniche sui legamenti stilomandibolare e sfenomandibolare che sono protettivi e limitativi dei movimenti mandibolari e sopratutto regolatori della funzione muscolare e alle tecniche di riallineamento del tratto cervicale che può influenzare e non di poco l’occlusione, particolarmente rilevante per la professione odontoiatrica è l’approccio CRANIO-SACRALE
- Per esempio in protesi la conferma della correttezza della dimensione verticale occlusale è data dall’assenza di restrizioni craniali.
- L’Osteopata libera il movimento fisiologico del cranio PRIMA che l’ortodonzista inizi il suo lavoro, rendendolo più facile, meno doloroso e più breve. Verifica che gli apparecchi e gli aggiustamenti odontoiatrici siano compatibili con un movimento fisiologico libero del CRANIO ed aiuta il corpo ad accettare i cambiamenti causati dall’adattamento ad una nuova postura e per ridurre al minimo i sintomi.
- La correzione della malocclusione avverrà in maniera combinata. Da un lato l’osteopata correggerà la lesione cranica, dall’altra l’odontoiatra sceglierà i mezzi meno traumatici per il sistema e che possano anzi amplificare in senso virtuoso la correzione sopra detta sempre nell’ottica di ricercare un equilibrio tra struttura e funzione.
- E’ pertanto necessario un linguaggio comune fra osteopati e odontoiatri per poter collaborare meglio e risolvere in maniera interdisciplinare le problematiche dei pazienti.
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